Reportage sulle prime ore dell’ordinanza antiborsone a Pisa

Originariamente pubblicato su Pisanotizie, quotidiano online di informazione locale, 9 Marzo 2009, link non più attivo

È il primo giorno di applicazione della cosiddetta «ordinanza antiborsone», firmata Venerdi dal Sindaco Marco Filippeschi. Un giorno atteso da alcuni, temuto da altri: sicuramente, non un giorno normale, come tanti. Almeno dalle parti di Piazza dei Miracoli, dove il dibattito su questi temi è più «incandescente»: tra i commercianti, che sollecitano da sempre iniziative contro i venditori «abusivi», e gli ambulanti stranieri che invece lamentano violenze e prevaricazioni nei loro confronti. Tutti qui aspettano al varco l’applicazione concreta dell’ordinanza.

Arriviamo verso mezzogiorno, con l’autobus che ferma proprio davanti a Piazza Manin. È una splendida giornata di sole, e dalle parti del Campo dei Miracoli – al di là della Porta che dà sul Duomo – si intravedono i turisti che passeggiano, finalmente senza ombrelli, e ammirano la Torre e il Battistero. All’ingresso della piazza, però, il clima è ben diverso: una fila di agenti presidia l’accesso sotto la supervisione del Comandante della Polizia Municipale Massimo Bortoluzzi. Diverse auto delle forze dell’ordine sono disposte a metà strada tra i cordoli di Via Bonanno e la Porta Nuova, quella che dà sul Duomo.

Scendiamo dall’autobus, in compagnia di un ragazzo senegalese incontrato durante il viaggio. Stiamo per entrare in Piazza Manin, l’agente della Polizia Municipale ci fa passare ma ferma il cittadino straniero. «Ce l’hai i documenti? Da oggi al Duomo possono entrare solo quelli che hanno i documenti». «Perché, sono sempre passato di qui…». «Beh, oggi è diverso, non puoi entrare». Il tono dell’agente è fermo, ma il ragazzo non insiste: non ha il permesso di soggiorno – ci spiegherà poco dopo – e teme l’espulsione. Meglio girare alla larga.

Il senegalese, però, non ha nessun “borsone”. E a dire la verità non ha nemmeno una borsa piccola. L’ordinanza, come noto, vieterebbe «il trasporto e la detenzione di borse e sacchi […] inequivocabilmente riconducibili alla vendita illegale». Ma qui, di borse e sacchi non se ne vedono. «In realtà», prova a spiegarci un agente, «il provvedimento del Sindaco è finalizzato a contrastare l’abusivismo: e le persone che abbiamo fermato le conosciamo già, sappiamo che sono abusivi». Chiediamo spiegazioni su come vengono effettuati i controlli, dopo aver notato che noi di Pisanotizie, armati di zaini, non siamo stati fermati, mentre numerose persone di colore, indipendentemente dai “borsoni”, sì.

Dietro di noi, un agente della Polizia Municipale ferma un’anziana signora con l’accento slavo. «Dove va, signora? Ha i documenti? Da oggi non si entra senza documenti». «Sto andando all’Ospedale», risponde la signora, «c’è mio fratello ricoverato, sta molto male». «Non può entrare lo stesso», dice il vigile. Effettivamente, proprio in Piazza Manin c’è uno degli ingressi dell’Ospedale: «non è l’unico ingresso, la signora poteva comunque passare dall’entrata del Pronto Soccorso in Via Bonanno, dove non ci sono controlli», ci spiega un medico ospedaliero incontrato nelle vicinanze, «comunque non dovrebbero fermare la gente in questo modo, non dovrebbero intimidire chi viene in Ospedale».

Proviamo a fare un giro nei luoghi “caldi” della vendita ambulante. Entriamo in piazza Manin, poi costeggiamo le mura accanto al Duomo, dove ci sono i banchi dei venditori “regolari”, e arriviamo in Largo Cocco Griffi. Ad ogni ingresso, c’è una camionetta dei Carabinieri a sorvegliare chi entra e chi esce. E nella zona “calda”, sull’asse Piazza Manin-Largo Cocco Griffi, non c’è traccia di immigrati africani. Arriviamo fino in fondo, e su via Contessa Matilde ci sono i ragazzi stranieri cui è stato impedito l’ingresso in area Duomo. «Non è giusto», raccontano, «chiedono i documenti solo alle persone di colore. E se uno è scuro di pelle non passa, anche se non ha il borsone, e anche se ha i documenti».

Torniamo indietro, verso Piazza Manin. La tensione, adesso, si è un po’ allentata. Qualche macchina della Polizia Municipale è tornata alla base, i controlli ci sono ma sembrano meno stringenti. In piazza, alcuni immigrati commentano l’accaduto, sorvegliati a vista dagli agenti. «Non è giusto», dice un commerciante straniero, regolare e con regolare licenza, «controllano solo la gente di colore, e le multe le fanno solo a noi immigrati». «Però non scrivere il mio nome», aggiunge, «qui il clima è brutto, e ho paura».

Sergio Bontempelli