Verso la Terra Promessa: Do Re Mi, il canto delle migrazioni

Originariamente pubblicato sul blog personale di Sergio Bontempelli

Negli anni ’30 del XX secolo, ripetute tempeste di sabbia devastano le campagne del Sud degli Stati Uniti, distruggendo le economie agricole di quelle regioni e gettando sul lastrico intere comunità: gli Stati più colpiti sono Texas, Arkansas, Oklahoma. Alla fine di ogni tempesta, gli abitanti si accorgono che il mondo attorno a loro non è più quello di prima: una coltre spessa di polvere resta depositata sui campi, nelle case e persino nelle città, che diventano così inospitali e inabitabili. Una vera e propria catastrofe ecologica, che come tutti gli eventi di questo tipo è destinata a produrre migliaia di rifugiati. Nel video che vedete sopra, ad accompagnare la splendida canzone di Woody Guthrie Do Re Mi – qui eseguita da John Mellencamp -, ci si sono le immagini che documentano le devastanti conseguenze delle tempeste, soprannominate dust storm (tempesta di polvere, appunto) o dust bowl (catino, scodella di polvere).

Dalla parte opposta degli Stati Uniti, a Ovest, c’è la ricca e fertile California: in cui, secondo una canzone di Jimmie Rodgers scritta nel 1928 – California Blues – «si dorme fuori tutta la notte e l’acqua ha il sapore del vino di ciliege». Nei territori devastati dalle tempeste arrivano notizie promettenti, si diffondono volantini che invitano ad andare laggiù, nella Terra Promessa: dove c’è lavoro per tutti, la vita non costa niente, il clima è mite e non c’è polvere nell’aria…

«Al confine della California, sorvegliato militarmente come una frontiera», scrive Alessandro Portelli, «si presentano tra l’Estate del 1935 e l’Estate del 1936 centinaia di migliaia di profughi. 125.000 arrivano in auto ai soli ingressi autostradali; altre decine di migliaia sui treni, a piedi, in strade secondarie» [A. Portelli, Woody Guthrie e la cultura popolare americana, Sapere 2000 edizioni, Roma 1990, pag. 70]. Le autorità dello Stato – forse gli antenati dell’assessore Cioni di Firenze – stabiliscono però il blocco antivagabondi: chi non ha soldi viene rispedito indietro o addirittura arrestato. L’ingresso nella Terra Promessa è, insomma, tutta una questione di «grana»: e proprio la «grana» (detta, nello slang americano dell’epoca, Do Re Mi) è l’oggetto polemico della canzone di Woody Guthrie che potete ascoltare nel video qui sopra:

«Un sacco di gente all’Est, si dice
se ne va da casa tutti i giorni
e si mette su un sentiero assolato e polveroso
verso il confine della California

Attraversano le sabbie del deserto
per uscire dalla terra della polvere
credono di andare in una terra di zucchero
ma ecco cosa trovano:

La polizia all’ingresso gli dice
sei il numero quindicimila per oggi
E se non avete la grana, ragazzi
se non avete la grana
è meglio che torniate nel vostro bel Texas
in Oklahoma, Kansas, Georgia, Tennessee

La California è un giardino dell’Eden
un paradiso per abitarci o visitarla
ma, credeteci o no
non la troverete così eccitante
se ci venite senza la grana»

[Lots of folks back East they say/ leaving home every day/ Beating the hot old dusty way/ to the California line/ Cross the desert sands they roll/ getting out of the old dust bowl/ Think they’re going to a sugar bowl/ but here’s what they find/ Now police at the port of entry say/ “you’re number fourteen thousand for today”/ Oh, if you ain’t got the do re mi, folks/ you ain’t got the do re mi/ Why you better get back to beautiful Texas/ Oklahoma, Kansas, Georgia, Tennessee/ California is a garden of Eden/ a paradise to live in or see/ But believe it or not/ you won’t find it so hot/ If you ain’t got the do re mi. Per il testo integrale della canzone vedere qui]

Woody Guthrie dà voce a quei migranti – definiti sbrigativamente Okies, nel senso di «abitanti dell’Oklahoma», quando in realtà provengono, come abbiamo visto, da vari Stati del Sud – che scoprono «la violenta ostilità e il disprezzo della California ricca e sicura» [Portelli, cit. pag. 69]. Un’ostilità e un disprezzo che si credevano riservati ai neri, e che ora colpiscono anche – con analogo razzismo – i bianchi poveri. Intanto gli amministratori e gli abitanti delle città californiane – antenati non solo dell’assessore Cioni, ma dei nostrani Sindaci leghisti – organizzano ronde contro i rifugiati, li cacciano dai centri urbani, costringendoli ad accamparsi ai margini, in luoghi desolati e inospitali.

Per concludere un’altra bella versione di Do Re Mi, di Ry Cooder: