Diritti dei migranti e antirazzismo

Tag: reati di solidarietà

Pro-refugee Italian mayor arrested for “aiding illegal migration”

Dal sito del Guardian

The mayor of an Italian town that has won praise and TV publicity for integrating thousands of refugees has been placed under house arrest on suspicion of abetting illegal migration.

Riace mayor Domenico Lucano – hailed in 2016 by Fortune magazine as one of the world’s 50 greatest leaders – is also accused of fraudulently awarding contracts for waste disposal as well as organising “marriages of convenience” between local men and foreign women.

His partner, Tesfahun Lemlem, faces the same charges and has had her residency blocked.

The investigation against Lucano began more than a year ago, although more serious allegations of embezzlement and fraud were dropped.

His arrest comes a week after Italy’s far-right interior minister, Matteo Salvini, announced a series of anti-immigration measures that included slashing funds for migrant reception and integration.

It also follows the suspension by the public broadcaster, Rai, of a TV show about Riace, which had been lauded as an exemplary model for integration.

Salvini shared news of Lucano’s arrest on Twitter, alongside a comment that also made a dig at the anti-mafia author, Roberto Saviano, a staunch critic of his policies. “Damn, who knows what Saviano and all the other do-gooders who want to fill Italy with immigrants will say now,” the far-right League leader wrote.

The Guardian was unable to reach Lucano for comment. His migrant integration project began more than a decade ago as a way to repopulate and revive the economy of the Calabrian town whose population by 2004 had dwindled to 500 from about 3,000 before the second world war.

Thousands of migrants are estimated to have passed through since then, with about 500 making up today’s population of 1,500.

Gioacchino Criaco, a writer from Calabria who knows Lucano well, said he foresaw the mayor’s arrest even before the investigation began. “He showed how it was possible to do concrete things with limited means,” Criaco said.

“Efficiency and humanity are not welcomed in a cynical system. This is a system that only takes consensus from politics of fear. In this respect, examples of virtuousness must be eradicated.”

Criaco said Lucano was an honest man but that the “rules on the reception and management of migrants are too tangled, and often administrators can find themselves caught in a dilemma between a humanitarian choice and a legal one”.

Salvini has cracked down on immigration since becoming interior minister in June, closing off the sea ports and pledging to “end the gravy train” for those working in the migrant reception business.

Lucano received a show of support on his Facebook page, with Riace locals calling on each other to rally together in solidarity.

Sergio Bontempelli, a migrant rights campaigner with the Association of Rights and Borders, said that Riace had become too well known as an example of good integration and had been under attack for years. He said other integration projects undertaken by hundreds of people in other Italian towns were now at risk.

Angela Giuffrida, The Guardian

Ungheria, il reato di solidarietà

Originariamente pubblicato sul sito di A-dif

In Ungheria, il governo di Viktor Orban ha presentato in Parlamento un “pacchetto” di misure – che comprendono anche una modifica alla Costituzione – volte a “contrastare l’immigrazione irregolare”.

La stampa magiara ha ribattezzato le riforme col nome di “Stop Soros”, perché lo scopo dichiarato dal governo è quello di colpire le Ong impegnate in attività di solidarietà e di sostegno ai richiedenti asilo e ai rifugiati: e poiché alcune di queste Ong fanno capo a George Soros, o ricevono finanziamenti dalle sue Fondazioni, tutto viene presentato come una battaglia tra il premier ungherese e lo stesso Soros.

In realtà, ciò che Orban intende colpire è quella parte della società civile ungherese che si impegna per fornire assistenza ai rifugiati, ma anche per garantire i diritti umani dei migranti e dei transitanti. Così, le riforme proposte dall’esecutivo Orban sono un esempio, sicuramente estremo, di una tendenza che si va diffondendo in Europa: quello di criminalizzare la solidarietà e l’impegno civile, trasformandoli in reati.

Chi scrive non è esperto di cose ungheresi, né conosce a fondo il dibattito che si è sviluppato nel paese magiaro. Per la vicenda della riforma cosiddetta “Stop Soros” si rimanda, in lingua italiana, agli articoli usciti in questi giorni su Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano, o su Il Post. Chi è in grado di leggere in inglese può rivolgersi al Guardian, o può vedere i comunicati dell’Hungarian Helsinki Committee, una delle Ong prese di mira dalla furia di Orban.

Qui, più semplicemente, si propone la traduzione in italiano di una delle norme più controverse del “pacchetto”, quella che riguarda appunto il reato di solidarietà.

Il testo che trovate qui sotto è tradotto dalla versione non ufficiale in inglese a cura dello stesso Hungarian Helsinki Committee. È quindi la “traduzione di una traduzione”, con i limiti che questo può comportare, e che si possono facilmente immaginare: ma sembra comunque utile per capire più a fondo le forme e i modi in cui viene articolato il “reato di solidarietà” nel dispositivo della riforma. I fortunati lettori che sono in grado di leggere in lingua ungherese possono trovare la versione originale qui.

 

Governo ungherese, disegno di legge n. T333, che modifica alcune leggi relative a provvedimenti di contrasto all’immigrazione irregolare

Magyarország Kormánya, T/333. számú törvényjavaslat egyes törvényeknek a jogellenes bevándorlás elleni intézkedésekkel kapcsolatos módosításáról

Articolo 11

(1) Nella legge C/2012 recante Codice Penale di Ungheria (di seguito indicata come “Codice Penale”), all’articolo 353 è aggiunto il seguente articolo 353-bis:

«Articolo 353 bis. Favoreggiamento dell’immigrazione illegale
(1) Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, è punito con l’arresto fino a due anni chiunque si impegni in attività organizzate al fine di
(a) consentire l’avvio di una procedura di asilo in Ungheria in favore di uno straniero che nel paese di origine, in quello di residenza abituale o in quello di transito, non è stato oggetto di persecuzione per motivi di razza, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale, religione o opinione politica, o il cui timore di persecuzione non è fondato,
(b) ovvero al fine di ottenere un permesso di soggiorno per uno straniero che entri o soggiorni illegalmente in Ungheria.
(2) Chiunque fornisca mezzi finanziari per commettere il reato di cui alla comma 1, o che svolga regolarmente tali attività organizzate, è punibile con una pena detentiva fino a un anno.
(3) Sono punibili ai sensi del comma 2, coloro che commettono il reato di cui al comma 1:
a) a fine di lucro, oppure
b) fornendo supporto a più di una persona, oppure
c) agendo entro un’area di 8 km dalle frontiere esterne dell’Ungheria, così come definite all’articolo 2 punto 2 del Codice Frontiere Schengen, o dalle segnalazioni di confine.
(4) La pena relativa ai reati di cui al comma 1 può essere ridotta, e può essere altresì revocata in casi particolari, quando l’autore del reato rivela le circostanze del reato prima che venga avviata l’accusa.
(5) Ai fini del presente articolo, si considera impegnato in attività organizzata, in particolare se agisce per le finalità indicate al comma 1, colui che
a) organizza una sorveglianza alle frontiere esterne dell’Ungheria così come definite all’articolo 2 punto 2 del Regolamento (UE) 2016/399 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, che istituisce un codice dell’Unione relativo al regime di attraversamento delle frontiere (codice frontiere Schengen).
b) prepara o distribuisce materiali informativi, ovvero commissiona ad altri tale attività,
c) crea o gestisce un network».

 

Sergio Bontempelli

1 Giugno 2018

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