Sicurezza, emergenza pinoli in Toscana

Originariamente pubblicato su Corriere Immigrazione

Un giornale locale: il racket del pesto gestito dai romeni

Un secolo fa gli “stranieri nemici” per eccellenza erano gli ebrei: che, secondo gli antisemiti dell’epoca, controllavano banche, industrie, eserciti e Stati sovrani. Ordivano complotti e scatenavano guerre. In tempi più recenti, è venuto il turno degli “extracomunitari”: albanesi, maghrebini e africani sono stati accusati di controllare il mercato della droga e della prostituzione.

Oggi, in tempi di crisi economica, anche le fantasie xenofobe devono adeguarsi al clima di austerità: così, i nuovi mostri dell’immaginario – i romeni – non controllano né banche, né industrie, né eserciti. Non gestiscono il mercato mondiale degli stupefacenti, non organizzano il traffico delle prostitute dall’Est, e per la verità non fanno nemmeno scippi o furti nelle case. La nuova frontiera della criminalità è il traffico di pinoli. Da destinare – tenetevi forte – al “mercato nero del pesto”.

A disegnare la geografia di questo fenomeno criminale è «Il Tirreno», quotidiano diffuso in tutta la Toscana. Che apre l’edizione di Domenica 17 Marzo con un documentato reportage sul tema: «ormai si può parlare di una vera e propria “escalation”», dice il cronista. L’escalation dei pinoli. Roba da brividi.

Ma andiamo con ordine. Tutto comincia con una domanda: «perché stanno acciuffando uno dopo l’altro così tanti ladri da supermarket con giacche e borse imbottite di confezioni di pinoli?». Già, perché? La risposta non è difficile: «la via maestra sembra essere quella del pesto, basato proprio sul prezioso prodotto, che è sempre meno e sempre più costoso. Mercato clandestino».

Traffico di pinoli. Mercato nero del pesto. Organizzazioni criminali romene. Non ci credete? Vi sembra una bizzarria da giornalista a corto di idee? All’inizio anche gli inquirenti la pensavano così, ma si sono dovuti ricredere: perché questa “bizzarria”, ci spiega Il Tirreno, «ha ottenuto la promozione a traffico vero e proprio» in occasione dell’arresto di un romeno davanti a un supermercato di Borgo San Lorenzo, vicino Firenze. I carabinieri hanno trovato il malfattore «imbottito di 80 bustine di pinoli».

Non basta. «Controllando i suoi documenti abbiamo notato subito che era residente a Genova», raccontano i militari. Pinoli, Liguria, Genova: la conclusione si impone quasi da sola. E allora gli investigatori provano ad incastrare il ladro: «abbiamo chiesto spiegazioni di un furto così insolito, e lui ha risposto che la merce era destinata al mercato nero del pesto». Come volevasi dimostrare.

Il fenomeno, peraltro, non è limitato alla Toscana. Girovagando in rete, apprendiamo di un furto di pinoli a Savona, di un altro ad Albenga e di un altro ancora a La Spezia. Gli arrestati sono tutti romeni: si deve dunque supporre l’esistenza di una fitta rete criminale che congiunge Romania e Liguria. A cui si aggiunge Roma, dove a quanto pare si registrano due furti alla settimana. Genova, Roma, Bucarest. Il triangolo del pinolo.

Ci sono gli ingredienti per una nuova emergenza. A questo punto, si spera che le forze dell’ordine si mobilitino. E che arrestino velocemente il “palo della banda del pinolo”. Al momento, come dice il mio amico Stefano Galieni, sulle indagini è “buio pesto”.

Sergio Bontempelli

25 Marzo 2013