Jimmy Rodgers, il fondatore della country music

Originariamente pubblicato sul blog personale di Sergio Bontempelli

Quello che vedete qui sopra è Jimmy Rodgers, considerato il fondatore della moderna country music, attivo negli anni ’20 del Novecento: il pezzo è Blue Yodel n. 1, T for Texas. James Charles Rodgers – questo il suo vero nome – nasce nel Mississippi l’8 settembre 1897 da una famiglia di umili origini. Dopo la morte della madre (avvenuta nel 1904), va a vivere dalla zia, un’ex insegnante con una buona preparazione musicale. Ed è proprio grazie a lei che acquisisce familiarità con la musica, ed impara ad apprezzare i generi più popolari in questo periodo: il vaudeville (spettacolo di varietà leggero di derivazione francese), la canzone per operetta e il pop. La musica, in questi primi anni, è però ancora un passatempo: professionalmente, Jimmy viene indirizzato dal padre al lavoro alle ferrovie, dove opera per alcuni anni come brakeman (frenatore). A metà degli anni ’20, Jimmy viene notato dal prestigioso talent-scout Ralph Peer, che lo spinge ad effettuare le prime registrazioni per la casa discografica Victor.

Sono, gli anni Venti, un periodo di grandi trasformazioni nel mondo della musica. Nelle case di gran parte degli americani arriva la corrente elettrica – diffusa anche nelle campagne – e con essa la radio. Alcune emittenti radiofoniche “scoprono” la musica rurale, a cui dedicano intere trasmissioni: a dare avvio al fenomeno è la WSB di Atlanta (Georgia), che trasmette in molti Stati del Sud e dell’Ovest, seguita dalla texana WBAP, che nel 1923 “inventa” il primo appuntamento radiofonico di musica “country”, il radio barn dance (“ballo del granaio via radio”), con esecuzioni dal vivo dei gruppi di origine rurale. Contemporaneamente, due grandi etichette discografiche (la Okeh, guidata da Ralph Peer, e la Victor) incidono i primi dischi hillbilly (la musica dell’area appalachiana, eseguita per lo più da gruppi che suonano strumenti a corda, detti per questo string bands). Grammofono e radio contribuiscono a far conoscere al grande pubblico la musica delle string bands (fino ad allora confinata nei Southern Appalachians). Ma proprio la diffusione di questa musica al di là dei suoi confini “naturali” finisce per modificarne le caratteristiche: per rispondere alle aspettative di un pubblico nuovo, le case discografiche e le emittenti radiofoniche incentivano le esecuzioni “spurie”, che ibridano le melodie tradizionali con sonorità provenienti dal pop, dal vaudeville, ma anche dalla musica nera (il blues) e dai canti di lavoro. Quello che oggi chiamiamo country è per lo più il prodotto di questa ibridazione: e Jimmy Rodgers ne è uno dei fondatori.

Le sonorità che potete ascoltare nel video qui sopra sono infatti molto lontane da quelle tradizionali dell’area appalachiana. Determinante è anzitutto il contributo delle sonorità blues, provenienti dalla musica nera: la distinzione tra musica “bianca” e musica “nera” è, nell’ambiente americano, abbastanza artificiosa, visto che le diverse sonorità si sono fuse e mescolate in modo spesso imprevedibile (lo stesso banjo, oggi considerato lo strumento “bianco” per eccellenza, è in realtà di origine africana…). In secondo luogo, Jimmy Rodgers introduce nelle sonorità country il blue yodeling: si tratta di uno stile di canto, il cui nome ne indica la derivazione dallo yodeling svizzero e austriaco. Le sue origini, però, non sono così chiare, ed è molto probabile che lo yodeling derivi dai canti di lavoro dei lavoratori neri, canzoni simili a grida, lamenti solitari o richiami funzionali, che spesso rompono in un falsetto.

La musica “spuria” di Jimmy Rodgers verrà chiamata modern country music, per distinguerla dalla traditional country music più legata alle sue origini appalachiane. Il successo arriva presto, e anzi Rodgers è ricordato come la prima vera star del country, con un atteggiamento più commerciale, orientato verso il successo personale e la costruzione di una sorta di mito mediatico.

La carriera di Rodgers, tuttavua, non dura a lungo: il cantante viene stroncato dalla tubercolosi nel 1933, pochi anni dopo aver raggiunto l’apice del successo.

Per approfondire:

Jimmie Rodgers, di Mariano de Simone in The Long Journey;

Jimmie Rodgers, la prima vera star della musica country pop, di Maurizio Faulisi in The Long Journey;

– Mariano De Simone, La musica country, Castelvecchi, Roma 1997, pagg. 93 e ss.